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Forse perché tendiamo a semplificare il più possibile quando vogliamo esprimere un concetto. Ma non sempre essere semplici significa anche esser efficaci: anzi, a volte sostituire il congiuntivo con l'indicativo non ci permette di valorizzare davvero quello che vogliamo comunicare. Molte volte ci fa apparire persino approssimativi, superficiali, e forse anche ignoranti. Ecco perché abbiamo pensato a questa guida per distinguere bene le differenze tra congiuntivo e indicativo . Quando si usa uno e quando l'altro? Scopriamolo con questi semplici trucchi!
A cosa serve il modo indicativo
A cosa serve il modo congiuntivo
Congiuntivo e indicativo a confronto
Il trucco in più per usare congiuntivo e indicativo al posto giusto
Il corso per non sbagliare più tra congiuntivo e indicativo
A cosa serve il modo indicativo
Ce ne sarebbero di cose da dire sull'indicativo! Forse è il modo che usiamo più spesso quando parliamo e scriviamo. Sicuramente, possiamo dire che si tratta del modo della certezza, dell'obiettività, della realtà. Per questo è usato in molte frasi, sia quelle principali sia quelle dipendenti, in cui indica un fatto vero, sicuro, certo.
"So che Marco ha chiesto a Lisa di uscire."
"Tutte le mattine faccio colazione con latte e biscotti."
"Se piove, prendo l'ombrello."
In tutti questi esempi, il soggetto (io) è certo di quello che dice. Anche nell'ultima frase, che è un'ipotetica, si sta dicendo una cosa ovvia: a meno che non ti piaccia inzupparti dalla testa ai piedi, se esci di casa quando piove prendi l'ombrello, no?
L'indicativo è detto per questo il modo della realtà. E in effetti serve proprio a questo: ad esprimere una certezza, sia essa avvenuta nel passato, nel presente o destinata a realizzarsi nel futuro. Il modo indicativo ha infatti ben 8 tempi verbali, 4 semplici e 4 composti, con cui copre tutte le possibili declinazioni di un’affermazione: l'anteriorità (con l’imperfetto, il passato remoto, il passato prossimo, il trapassato prossimo e il trapassato remoto), la contemporaneità (con il presente) e la posteriorità (con il futuro e il futuro anteriore).
A cosa serve il modo congiuntivo
Veniamo ora al nostro motivo di interesse principale, ovvero il modo congiuntivo. Ebbene, questo modo verbale esprime un concetto opposto a quello del modo indicativo. Di solito, infatti, con i congiuntivi italiano ci allontaniamo dalla sfera della realtà e ci avviciniamo all'incertezza, alla soggettività.
"Vorrei tanto che fossi qui."
"Speriamo che l'esame sia facile."
"Temo che ci sia stato un fraintendimento."
Questi verbi esprimono un'opinione personale o un'ipotesi, una paura, un desiderio, un'incertezza, un dubbio, una volontà. Adottano quindi un punto di vista soggettivo, introdotto a sua volta da verbi che esprimono pensiero, volontà, speranza, desiderio.
Non è quindi un caso che il congiuntivo venga usato per lo più in modo dipendente: i congiuntivi in italiano si trovano molto spesso all'interno di frasi che dipendono da altri frasi. Inoltre, sono quasi sempre accompagnati dalle congiunzioni "che" o "se": mica per niente lo chiamiamo congiuntivo, giusto?
Volendo fare una veloce rassegna dei modi di usare il congiuntivo, potremmo dire che lo troviamo sempre:
1- dopo alcune congiunzioni subordinanti: quali affinché, benché, sebbene, nel caso che, qualora, prima che, senza che;
2- con aggettivi o pronomi indefiniti: qualunque, chiunque, qualsiasi, ovunque, dovunque;
3- con espressioni impersonali: è necessario che, è probabile che, è bene che;
4- in formule fisse: vada come vada; costi quel che costi.
Trattandosi di soggettività, dubbi e speranze, i congiuntivi in italiano sono usati anche nei periodi ipotetici, soprattutto in quelli di secondo tipo e di terzo tipo. E ora tieniti forte: sai come sono anche detti questi due diversi tipi di frasi ipotetiche? Il secondo tipo corrisponde al periodo della possibilità, dell'eventualità; il terzo tipo è anche noto come periodo ipotetico dell'irrealtà e dell'impossibilità. Entrambe queste definizioni ci danno un altro indizio utile a capire meglio il ruolo del congiuntivo: ancora una volta, infatti, si sottolinea la lontananza dal modo della realtà per antonomasia, ovvero l'indicativo.
Congiuntivo e indicativo a confronto
Abbiamo quindi capito che la differenza sostanziale tra congiuntivo e indicativo risiede nella contrapposizione tra non-reale e reale, tra soggettivo e oggettivo. Ecco un esempio per capire meglio:
"Preferisco il treno che arriva a destinazione senza cambi."
Il soggetto usa l'indicativo perché sa con certezza che esiste, tra le diverse opzioni, un treno che non effettua cambi.
"Preferirei un treno che arrivi a destinazione senza cambi."
Il soggetto usa il congiuntivo perché esprime un desiderio: non sa se c'è un treno che non effettua cambi, ma indica la sua preferenza presumendo la possibilità che questa opzione sia disponibile.
A volte la differenza è minima, come vedi, e capire dove usare il congiuntivo o l'indicativo diventa più complicato. Ma avrai notato senza ombra di dubbio la diversa sfumatura fra le due frasi, e anche ciò che implicano per chi sta ascoltando. Ecco perché è importante capire quando usare la giusta forma verbale. Vuoi forse rischiare di limitare il tuo pensiero?
Il trucco in più per usare congiuntivo e indicativo al posto giusto
Capire cosa si vuole dire è il primo passo per usare a dovere congiuntivo e indicativo. Ma ci sono altre "spie" che possono accendere la lampadina e suggerire il giusto uso dei congiuntivi in italiano (o del'indicativo)!
A illuminarci la strada sono soprattutto i verbi che usiamo. Se stiamo per esprimere il nostro punto di vista, useremo senza dubbio verbi che si sposano alla perfezione con il campo della soggettività o dell'incertezza. Ebbene: tutti questi verbi richiedono ovviamente la presenza del congiuntivo!
Reggono il congiuntivo i verbi che suggeriscono un ordine (chiedere, disporre, esigere), un permesso (negare, permettere), o ancora verbi di opinione, timore, desiderio, sospetto (pretendere, rallegrarsi, sospettare, ritenere, dubitare, credere, desiderare, illudersi).
Quando invece i verbi esprimono un giudizio o una percezione, è meglio optare per l'indicativo. Tra questi verbi troviamo: affermare, confermare, dichiarare, dimostrare, dire, giurare, insegnare, intuire, notare, percepire, promettere, ricordare, riflettere, rispondere, sapere, scoprire, scrivere, sentire, sostenere, spiegare, udire, vedere.
Il corso per non sbagliare più tra congiuntivo e indicativo
Non sempre è facile capire quando preferire il congiuntivo all'indicativo. Sicuramente, questo articolo avrà risolto alcuni dei tuoi dubbi. Oppure chissà, magari te ne ha fatti venire di nuovi!
In ogni caso, non devi allarmarti: il congiuntivo in italiano è molto complicato, e come abbiamo detto sono in tanti ad essere nella tua stessa situazione. Il solo modo che hai per prendere più dimestichezza con le regole dei congiuntivi e applicarle sempre più correttamente è fare un bel ripasso ed esercitarti con uno strumento ad hoc.
Uno di questi strumenti è sicuramente il nostro corso disponibile su Congiuntivi.it: il primo percorso completo che può aiutarti a dissipare piccoli e grandi dubbi sul congiuntivo e a parlare e scrivere finalmente nell'italiano più corretto.
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Te lo diciamo con il modo indicativo, perché è una certezza: frequenta il nostro corso online e impara definitivamente a usare nel modo giusto il congiuntivo italiano!